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Dolore inguinale e corsa: come uscirne definitivamente?

Pur non essendo tra gli infortuni più comuni il dolore inguinale o pubalgia o sindrome retto adduttoria è una problematica molto fastidiosa. Spesso i tempi di recupero sono lunghi e il dolore si può strascicare per mesi o anni. Per fortuna non rappresenta assolutamente una problematica seria se trattata correttamente; è pur vero che può mimare problematiche più serie come ernie inguinali, sindromi radicolari, problematiche gastro-intestinali o fratture da stress, quindi come sempre merita un controllo da un medico o un fisioterapista esperto.

Quando si tratta effettivamente di dolore inguinale, la probabilità che ci sia un’unica causa è statisticamente molto bassa e può essere una strategia rischiosa combattere un’unico fattore. Sicuramente il primo passo verso la guarigione è il controllo del carico di allenamento che nelle stragrande maggioranza dei casi va ridotto se non azzerato nei casi più complessi. Questo permetterà al dolore di attenuarsi, ma non garantirà la non ricomparsa dei sintomi una volta che si ricomincia l’attività; tipicamente la storia dei pazienti che si presentano alla nostra osservazione comincia con “il dolore mi era passato ma appena ho ricominciato a correre mi è ritornato.. Che devo fare?”.

Per evitare che questo fenomeno si ripeta all’infinito e per velocizzare i tempi di recupero conviene iniziare non appena possibile (sotto la guida di un fisioterapista esperto) esercizi che mirano ad aumentare la capacità di sopportazione delle strutture inguinali: un tipico esempio può essere il plank.

I sintomi tipici sono: dolore nella regione inguinale e pubica che può irradiare su addome, adduttori (in alcuni casi anche dolore testicolare). Questo dolore si presenta durante gli allenamenti più intensi, può essere presente anche nella vita quotidiana con tendenza ad aumentare dopo qualche ora dalla fine dell’allenamento e la mattina; solitamente i movimenti più provocativi sono quelli che richiedono la contrazione di addominali, adduttori e flessori di anca (ileo-psoas ad esempio).

Lo stretching consigliassimo in realtà non è così efficace per risolvere definitivamente la problematica, può essere utili per ridurre temporaneamente i sintomi (ad esempio prima di una gara?). Quello che sicuramente ti può aiutare a risolvere sono esercizi calibrati sulla tua problematica. Quindi ti consigliamo di fare una valutazione con uno dei nostri fisioterapisti che una volta compresa a fondo la tua problematica ti costruirà, provandolo con te, un programma di esercizi mirato per la tua situazione. Questo ti garantirà di guarire senza utilizzo di farmaci o pratiche invasive come onde d’urto o inflitrazioni.

Che aspetti chiamaci ora.